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lunedì 28 settembre 2015

Joe Alexander, Supercoppa ed ex

Tra i nuovi arrivati c'è Joe Alexander che, oltre a far parte di quella simpatica cerchia di persone il cui cognome è un nome, ha una storia sportiva non facile e che vale la pena di essere ricordata ed è stata raccontata da Andrea Sini su La Nuova Sardegna:
Una pedina di potenziale inimmaginabile, che ha però avuto una carriera particolare e un infortunio che lo ha tenuto fuori per quasi due anni. Il giocatore americano, nato sull’isola di Taiwan il 26 dicembre 1986, ha avuto una carriera universitaria sfolgorante con West Virginia e dopo essersi dichiarato elegibile per l’Nba con un anno di anticipo rispetto alla fine dell’università, nel Draft 2008 è stato scelto dai Milwaukee Bucks con l’ottava chiamata assoluta. Al tempo era considerato il miglior atleta in assoluto tra tutti quelli usciti dal college. La sua carriera professionistica non è stata però all’altezza delle attese: dopo 57 giocate nel suo anno da rookie, ha fatto per diversi anni la spola tra la Nba e la D-League, senza particolari clamori. Dopo un buon passaggio in Russia con il Samara e un infortunio che lo ha tenuto fuori per una stagione intera, lo scorso anno è approdato al Maccabi Tel Aviv (7,8 punti e 3,4 rimbalzi di media, 46.1% da due in campionato; 4.5 punti di media e 2,2 rimbalzi , 59 % da due in Eurolega).
La ricerca del riscatto. L’incubo di Joe Alexander è iniziato nel dicembre 2011, quando è stato costretto a fermarsi per una frattura da stress alla tibia della gamba sinistra. Il giocatore decise di provare a guarire naturalmente, senza intervento chirurgico ma dopo un anno di stop la situazione non era migliorata. Decise così di farsi operare, ma neppure l’inserimento di una rondella di titanio risolse la situazione. Poi un componente dello staff sanitario dei Golden State Warrios, che nel frattempo lo avevano messo sotto contratto, studiò i video di tutte le gare della sua carriera e scoprì un problema di postura legato al bacino, che – abbinato alle sollecitazioni dovute al suo incredibile atletismo – gli generavano il problema alla tibia. Da quel momento in poi Alexander ha lavorato con alcuni specialisti per ricostruire da capo il suo modo di camminare, correre, saltare e atterrare. Poi è tornato in campo e ora, a 29 anni, ha accettato la sfida di Sassari. Tra tutte le scommesse fatte dalla Dinamo, quella dell’ex campione riemerso dalle tenebre senza dubbio la più intrigante.

Il primo trofeo della stagione va a Reggio Emilia e abbiamo scoperto che può succedere che non sia Reggio Emilia a fare un favore alla nazionale ma il contrario, infatti Aradori - Della Valle - Polonara sono arrivati in formissima dopo l'estate europea (cosa che comunque pagheranno più avanti ma intanto una coppa se la sono portati a casa) e hanno dominato la due giorni di supercoppa e Reggio ha vinto anche grazie alla maggior compattezza di una squadra perlopiù confermata rispetto alla scorsa stagione a differenza di Milano e della Dinamo.

Le direzioni prese dai nostri ex:
Edgar speta speta speta Sosa è agli Atlanta Haws per la prestagione NBA, poi si vedrà.
Rakim Sanders si è operato al polso durante l'estate per un infortunio risalente ai play-off, anche se non se ne accorse nessuno.
Shane Lawal come si sapeva da molto prima della fine della scorsa stagione è andato al Barcellona.
Massimo Chessa a Trapani in A2 Ovest.
Jerome Dyson punto interrogativo.
Manuel Vanuzzo a Udine in Serie B.
Jeff Brooks Avtodor Saratov (esiste veramente) in Russia.
Cheikh Mboji in Polonia all'Energa Czarni Slupsk.
Kenneth Kadji a Brindisi.
Miroslav Todic allo Chalons-Reims.
Amedeo Tessitori a Cantù.
Marco Cusin resta a Cremona.
La scorsa stagione non era con noi ma non basta un anno per smettere di pensare a Drake Diener che questa stagione giocherà a Saragozza.